Terapia farmacologica con atropina per rallentare e limitare il peggioramento della Miopia in età Pediatrica

La miopia è un comune difetto visivo (vizio di refrazione o ametropia), ossia un’anomalia di ordine medico oculistico, che colpisce circa il 27% della popolazione pediatrica occidentale e la cui incidenza è in continuo aumento sia in Italia che negli altri paesi del primo mondo.

Che cos’è, in parole povere, la miopia? La miopia è quella condizione in cui i raggi luminosi paralleli fra loro, provenienti cioè dall’infinito, vanno a convergere su un punto (detto fuoco) anteriore alla retina, invece che sopra la retina stessa, come accade nei soggetti sani.Miopia

Questa condizione può avere un ampio spettro di cause, anatomiche o funzionali, che solo un’accurata Visita Medica Oculistica da parte di un Medico Chirurgo Oculista con particolare dedizione all’Oftalmologia Pediatrica è in grado di prevenire, diagnosticare e curare.

Tuttavia, semplificando, spesso accade che nel bambino miope il bulbo oculare sia anatomicamente anomalo (fino divenire francamente patologico) per via di una conformazione allungata, stirata e assottigliata. Per capirci, l’occhio non è a forma di un uovo ma assomiglia di più ad una pera, tanto è lungo e malformato.

Questo ci porta a rispondere alla successiva domanda comunemente posta dai genitori:

Per quale motivo la miopia è pericolosa? L’occhio miope è più grande della norma. Immaginiamo di avere un palloncino (l’occhio) e gonfiarlo ulteriormente: le pareti del palloncino si assottiglieranno sempre di più. La stessa cosa avviene con l’occhio miope, ovvero gli strati che compongono le pareti dell’occhio (sclera, coroide e retina) si assottigliano sempre più e sono pertanto molto più soggetti a lesioni o rotture rispetto all’occhio “normale” (non miope). L’occhio miope, inoltre, presenta una sensibilità alla luce inferiore ed una qualità visiva inferiore.

Pertanto si comprende come la terapia ideale della miopia in età pediatrica, nei casi specifici suddetti (e si ricorda che non è sempre al 100% così), sarebbe quella di fermare la progressione della crescita patologica dell’occhio. Questo nel bambino è possibile essendo la miopia in divenire e specificamente in continua progressione in senso peggiorativo, mentre nell’adulto la condizione è stabile.

Negli anni più recenti sono emersi diversi studi medico-scientifici che hanno appurato come il neurotrasmettitore “dopamina” abbia un ruolo cruciale nella eziopatogenesi della miopia. Una concentrazione adeguata di dopamina nei plessi nervosi retinici, prodotta a seguito di numerosi stimoli, fra cui l’alta luminosità, espleta la funzione fisiologica di irrobustimento della parete oculare (sclera) col conseguente normale conformarsi del globo oculare.

In estrema sintesi, dunque, è stato scientificamente dimostrato che laddove la dopamina è a concentrazione ridotta, l’occhio sviluppa la miopia.

“E allora?” Direte voi.

Ebbene, da questo studio di scienza medica di base si sono potuti condurre diversi studi di scienza medica clinica applicata. Difatti, un lavoro pubblicato sulla prestigiosa rivista Ophthalmology (Oftalmologia, in Italiano) mostra come sia possibile rallentare significativamente la progressione della miopia nei bambini tra i 6 ed i 12 anni mediante la somministrazione serale di una goccia di collirio a base di atropina opportunamente diluita. (Ophthalmology 2012;119:347–354).

Non stiamo parlando di omeopatia (cioè l’assurdità scientifica e stregoneria secondo la quale “il simile cura il simile”, dopo innumerevoli diluizioni tali da somministrare “acqua fresca”). Per diluizione, nel caso in questione, si intende tale da conferire un’alta efficacia clinica farmacologica sul circuito neurotrasmettitoriale dopaminergico, evitando tutti gli effetti collaterali dovuti a concentrazioni superiori.

Diffidate assolutamente di coloro che vi vorrebbero vendere l’ortocheratologia (lenti a contatto ad uso notturno che esercitano una pressione sulla cornea tale da deformarla temporaneamente) come terapia per la miopia: questa non ha prove scientifiche sufficienti di efficacia e, d’altra parte, ha forti prove di insicurezza in quanto può causare lesioni corneali invalidanti. Inoltre, come si può ben comprendere, l’anatomia dell’occhio non viene corretta schiacciando e premendo tutte le notti sul medesimo. Nel 2003 Katz e i suoi colleghi hanno eseguito un grande studio randomizzato di 298 bambini di Singapore che ha dimostrato che la progressione miopica non è stata ridotta con l’utilizzo di queste lenti a contatto rigide ad uso notturno e gli autori medesimi hanno così concluso che non vi è alcun beneficio dell’ortocheratologia per il trattamento della progressione miopica [riferimento: Katz J, Schein OD, Levy B et al. A randomized trial of rigid gas permeable contact lenses to reduce progression of children’s myopia. Am J Ophthalmol. 2003;136(1):82-90].

Fonti: Accademia Americana di OFTALMOLOGIA (AAO).

Articolo redatto col prezioso aiuto dell’Oculista Dott. Filippo Confalonieri – Medico Chirurgo Specialista in Oftalmologia.